Nazionali Azzurre
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Domenica 11 Aprile 2021 19:34 |
L’EX CAPITANO E PILONE DELLA NAZIONALE SCOMPARE A 54 ANNI
Roma - E’ stato con il più profondo sgomento che la Federazione Italiana Rugby e l’intero movimento rugbistico nazionale hanno appreso della prematura scomparsa di Massimo Cuttitta, avvenuta domenica 11 aprile ad Albano Laziale all’età di 54 anni per complicazioni insorte a seguito della positività al Covid-19.
Massimo, Azzurro n. 423, aveva debuttato con l’Italia a Napoli nel 1990 contro la Polonia, indossando poi la maglia della Nazionale in altre sessantanove occasioni sino al 2000, anno del suo ritiro internazionale dopo aver vissuto da protagonista il debutto nel Sei Nazioni contro la Scozia, nell’indimenticabile successo del 5 febbraio al Flaminio.
In ventidue occasioni, Cuttitta aveva guidato come capitano la Nazionale Italiana Rugby.
Nato a Latina, ma cresciuto rugbisticamente in Sudafrica al pari del gemello Marcello, Massimo aveva indossato in carriera le maglie de L’Aquila, dell’Amatori Calvisano e del Milan e quella degli Harlequins londinesi, prendendo parte nel mentre a due edizioni della Coppa del Mondo e vestendo in più occasioni il bianconero dei Barbarians.
Conclusa l’esperienza d’Oltremanica, aveva ricoperto il ruolo di giocatore-allenatore per numerosi club italiani - Bologna, Rugby Roma, Alghero e Leonessa - prima di approdare come tecnico degli avanti ad Edimburgo e, da lì, alla federazione scozzese, rilanciando con il proprio lavoro il pack Highlander sulla scena internazionale.
Più recentemente, aveva messo la propria esperienza di allenatore della mischia al servizio di Nazionali emergenti come Romania, Canada e Portogallo, svolgendo incarichi di consulente per i rispettivi staff tecnici.
“Tutto il rugby italiano è intimamente toccato dalla scomparsa di Massimo, uno dei simboli della Nazionale che, grazie a una straordinaria generazione di giocatori, conquistò l’accesso al Torneo delle Sei Nazioni con una serie di indimenticabile prestazioni negli Anni ’90” ha dichiarato il Presidente della FIR, Marzio Innocenti.
“Non abbiamo avuto la possibilità di condividere la maglia azzurra, ma l’amore per i nostri colori aveva costituito tra noi un forte, naturale legame. Cuttitta non è stato solo un incredibile servitore del rugby italiano ed un eccellente interprete del ruolo di pilone sinistro, ma anche un apprezzato ambasciatore del nostro movimento all’estero, allenatore degli avanti per la Scozia e per altre Nazionali che ha contribuito a portare sul palcoscenico della Rugby World Cup”.
“In questo tragico momento - ha concluso il Presidente federale - i miei pensieri, quelli del Consiglio e di tutto il rugby italiano vanno a Marcello ed a tutta la famiglia Cuttitta, già profondamente toccata pochi giorni fa dalla scomparsa della mamma di Massimo, Marcello e Michele”.
In memoria di Massimo Cuttitta il Presidente federale ha disposto che un minuto di silenzio venga osservato nel prossimo fine settimana prima del calcio d’inizio degli incontri del Campionato Italiano Peroni TOP10.
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Giovedì 08 Aprile 2021 08:56 |
SABATO UN MINUTO DI SILENZIO SU TUTTI I CAMPI D'ITALIA
Roma - La Federazione Italiana Rugby ha appreso con profonda tristezza la notizia della scomparsa, avvenuta mercoledì 7 aprile a Roma, dell’Azzurro Leonardo Riccioni.
Seconda linea, romano classe 1929, era uno dei più anziani internazionali italiani viventi con i suoi 91 anni compiuti lo scorso 5 dicembre.
Bandiera della Rugby Roma, tutta la carriera con il Club della Capitale insieme ad icone del rugby italiano come Bubi Farinelli e Paolo Rosi, aveva debuttato in Nazionale proprio a Roma, nel 12-0 alla Spagna, in una formazione per dieci quindicesimi bianconera.
In quell’occasione aveva fatto coppia, in seconda linea, con un altro Azzurro mai dimenticato, Maci Battaglini, ed era stato un punto fermo del pack italiano per tutto il 1952, caratterizzato dalle vittorie sulla Spagna a Barcellona, sulla Romania a Padova e dalla sconfitta di Milano (8-17) contro la Francia.
Titolare a Lione nel 22-8 subito l’anno successivo, aveva conservato il posto anche per la vittoria di Hannover del maggio ’53 contro la Germania (3-21).
Il suo ultimo test-match, un anno più tardi, avrebbe chiuso il cerchio di una carriera inscindibilmente legata alla “sua” Roma, con la Finale di Coppa Europa persa all’Olimpico (12-39) contro la Francia.
Alla famiglia Riccioni ed alla Rugby Roma vanno le condoglianze del Presidente FIR Marzio Innocenti e del Consiglio Federale tutto.
Le esequie si svolgeranno sabato 10 aprile presso la Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore Immacolato di Maria, in Piazza Euclide a Roma.
In memoria di Leonardo Riccioni, il Presidente Innocenti ha disposto che un minuto di silenzio venga osservato nel fine settimana su tutti i campi d’Italia.
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Martedì 30 Marzo 2021 06:43 |
 Roma - Venti caps in Nazionale tra il 1972 ed il 1976 spesso sono sufficienti per definire una carriera. Per Paolo Paoletti il discorso non vale e, ad un anno dalla scomparsa, per il tallone frascatano si può azzardare l'utilizzo di un aggettivo spesso abusato, eclettico.
Frascatano classe 1952, con il Club dei Castelli Romani aveva esordito a diciassette anni per trasferirsi a Genova ventenne, nel CUS di Marco Bollesan, sfiorando il titolo di Campione d’Italia: nel mezzo, il debutto con l’Italrugby a Lisbona contro il Portogallo, lo storico tour del 1973 in Sudafrica che diede forte identità a una generazione di Azzurri, poi il passaggio a Brescia, seguendo le orme di Bollesan, ed il titolo di Campione d’Italia con il Concordia.
E qui finisce la prima carriera di Paolo Paoletti, quella di giocatore, con gli scarpini appesi al chiodo nel 1980. Il richiamo del campo, però, è troppo forte e Paoletti torna nel 1982, dall’altra parte della barricata: arbitro sui campi d’Italia, sino alla massima serie, mentre continua a insegnare alle superiori.
Nel 2012, la terza carriera, quella di attore teatrale: l’ex tallonatore dell’Italia diventa un pilone leggendario, Keith Murdoch, All Blacks negli stessi anni in cui Paoletti era stato azzurro, scomparso per anni nel bush australiano dopo un controverso episodio di aggressione in Galles che gli costò l’esclusione dai tuttineri.
La piece teatrale di Margot McRae, giornalista che rintracciò Murdoch ad inizio millennio, venne messa in scena in Italia, a Roma, nel 2012 da Massimiliano Pandimiglio che volle Paolo nel ruolo principale: l’All Black e l’Azzurro accomunati dal destino, sono scomparsi lo stesso giorno, il 30 marzo, a due anni di distanza uno dall’altro.
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Nazionali Azzurre
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Lunedì 29 Marzo 2021 15:52 |
Roma – Ian McKinley appende gli scarpini al chiodo. L’ex mediano di apertura di Benetton e Rugby Viadana 1970 – 9 caps e 3 punti con Italrugby – ha annunciato ufficialmente il ritiro dal rugby giocato con un lungo post sui suoi canali social.
Nato a Dublino il 4 dicembre 1989, McKinley ha scelto di riprendere il suo percorso con la palla ovale in Italia dopo che un incidente di gioco gli aveva causato problemi alla vista durante la sua militanza al Leinster.
Udine, Viadana, Zebre e Benetton le squadre in cui ha militato in Italia. Questo il messaggio pubblicato sui canali social:
Oggi, a 31 anni, annuncio ufficialmente il mio secondo ritiro dal rugby a tutti i livelli.
La mia carriera professionale non è stata convenzionale.
10 anni fa, sono stato forzato a 21 anni ad annunciare il mio ritiro dal Leinster e dall’Irlanda u20, quando il mio occhio sinistro è stato perforato e la mia retina si è staccata, a seguito di un infortunio al rugby.
È stato molto difficile accettare questa decisione.
Mi sono trasferito a Udine in Italia per allenare il rugby. Dopo tre anni, è nata l’opportunità di diventare il promo giocatore al mondo a usare gli occhiali di rugby e giocare con più sicurezza. Questo ritorno ha creato un movimento globale che cerca l’accesso al gioco ai massimi livelli di rugby, anche se ero un mediano di apertura ipovedenti.
Contribuendo a rendere legale l’uso mondiale degli occhiali di rugby, è stata una gioia a vedere migliaia di altri giocatori ipovedenti giocare a rugby. Questo mi darà sempre un enorme senso di realizzazione e orgoglio.
Dopo il Barbarians, Pro14, Champions Cup e Sei Nazioni, oggi riesco a finire di nuovi la mia carriera da giocatore, ma questa volta fortunatamente alle mie condizioni.
Voglio ringraziare sinceramente tutte le squadre, gli allenatori e lo staff dalla scuola all’internazionale di cui ho fatto parte. Sono in debito con le squadre irlandese come St Columba’s College, UCD, St Mary’s College, Leinster Rugby e Irlanda u20 che hanno sviluppato la mia carriera all’inizio. Sono anche particolarmente grato a chi in Italia mi ha dato una seconda opportunità: Leonorso, Viadana, Zebre, Benetton e ovviamente la Nazionale Italiana.
Vorrei anche ringraziare la comunità del rugby in Irlanda e in particolare in Italia, che il sostegno è stata incredibile dall’inizio alla fine. E ai compagni di squadra che sono diventati amici per la vita.
Ma soprattutto vorrei ringraziare la mia fantastica moglie, la mia famiglia e gli amici che mi hanno sostenuto nei miei giorni più difficile è mi hanno seguito incondizionatamente per tutta la mia carriera da giocatore.
Non vedo l’ora per il futuro è il prossimo passo.
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