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Italia


ITALIA-ALL BLACKS: DUE XV DA BIG MATCH. L’ANALISI DELLE FORMAZIONI PDF Stampa E-mail
Nazionali Azzurre
Mercoledì 27 Settembre 2023 14:12

Archivio FIR Archivio fotografico Federazione Italiana Rugby RCH1476 prBourgoin-jailleu - Come preannunciato alla vigilia, quella del 29 settembre sarà una sfida da dentro o fuori, e Italia e All Blacks schierano il meglio a propria disposizione: le formazioni che scenderanno in campo si giocheranno la possibilità di accedere ai quarti della Rugby World Cup 2023. In teoria, gli Azzurri avrebbero comunque una seconda possibilità contro la Francia (legata però a diversi calcoli tra possibili bonus e differenze punti), per la Nuova Zelanda non ci saranno invece prove d’appello: se perde è fuori.

Le scelte

Crowley cambia 3 giocatori rispetto alla formazione che ha battuto l’Uruguay e ripropone lo stesso assetto delle sfide con Namibia e Giappone: Tommaso Allan estremo con Capuozzo ala e Paolo Garbisi apertura. Tocca di nuovo a Luca Morisi e Stephen Varney, che sostituiscono Lorenzo Pani e Alessandro Garbisi. Davanti un solo cambio, con Dino Lamb per Niccolò Cannone. In panchina c’è Toa Halafihi – possibile esordio al Mondiale per lui – in un 6+2 che garantisce ricambi e forze fresche davanti, con il solito Manuel Zuliani che potrebbe risultare ancora una volta decisivo a gara in corso.

Dall’altra parte, Foster ripropone Jordie Barrett nel ruolo di primo centro, accanto a Rieko Ioane. Il fratello Beauden sarà l’estremo, mentre Mo’Unga avrà la maglia numero 10 e affiancherà l’eterno Aaron Smith. Davanti, scelta obbligata nel ruolo di pilone sinistro, con Tuungafasi a sostituire De Groot. In terza linea torna Frizell, insieme a Papali’i e Ardie Savea. In panchina si rivede il capitano Sam Cane, a lungo fuori per infortunio, mentre Roigard vince il ballottaggio con Christie per il ruolo di vice-Smith.

I duelli

Le partite si vincono anche vincendo i singoli duelli in mezzo al campo, e saranno tante le sfide che attendono gli Azzurri nel corso degli 80 minuti. In mischia, chi avrà la meglio tra Riccioni e Tuungafasi e tra Fischetti e Laulala avrà il potere di indirizzare il match da una parte o dall’altra, mentre in touche la presenza di Lamb garantisce un’importante alternativa a Ruzza, che sarà verosimilmente marcatissimo da Retallick. Dietro, la coppia di centri Morisi-Brex sarà chiamata a un lavoro durissimo: concedere il meno possibile alle magie di Jordie Barrett e alla devastante fisicità di Rieko Ioane.

Grande sfida anche nel triangolo allargato: entrambe le formazioni schierano un estremo con caratteristiche da apertura (Allan e Beauden Barrett) mentre alle ali presentano due giovani fenomeni (Capuozzo e Telea) e due campioni di comprovata esperienza come Ioane e Jordan. Si preannuncia grande battaglia anche in campo aperto: Crowley schiera la classica terza linea Negri-Lamaro-L. Cannone e aggiunge altre 2 terze in panchina, affidandosi alla furia agonistica di Zuliani e al fisico di Halafihi. Di fronte c’è quanto di meglio il rugby neozelandese può offrire, con Savea (anche capitano) insieme a Papali’i e Frizell e due seconde di grandissima esperienza: Scott Barrett e Retallick.

Le formazioni di Italia-All Blacks

Italia: 15 Tommaso Allan; 14 Ange Capuozzo, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Luca Morisi, 11 Montanna Ioane; 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney; 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro ©, 6 Sebastian Negri; 5 Federico Ruzza, 4 Dino Lamb; 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti.

A disposizione: 16 Hame Faiva, 17 Ivan Nemer, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolò Cannone, 20 Manuel Zuliani, 21 Toa Halafihi, 22 Martin Page-Relo, 23 Paolo Odogwu

Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Telea, 10 Richie Mo’Unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea ©, 7 Dalton Papali’i, 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Brodie Retallick, 3 Nepo Laulala, 2 Codie Taylor, 1 Ofa Tuungafasi

A disposizione: 16 Dane Coles, 17 Tamaiti Williams, 18 Tyrel Lomax, 19 Samuel Whitelock, 20 Sam Cane, 21 Cam Roigard, 22 Damian McKenzie, 23 Anton Lienert-Brown

 
RUGBY WORLD CUP, FATTA L'ITALIA CHE SFIDA GLI ALL BLACKS PDF Stampa E-mail
Nazionali Azzurre
Mercoledì 27 Settembre 2023 08:21

 

formazioneitalianzl
Bourgoin-Jallieu
Kieran Crowley, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Rugby Maschile, ha ufficializzato la formazione che affronterà la Nuova Zelanda venerdì 29 settembre alle 21 al Groupama Stadium di Lione nel match valido per la terza giornata della Pool A della Rugby World Cup 2023. L’incontro sarà trasmesso in diretta su Rai 2 e Sky Sport Uno.

Sarà il confronto numero diciassette tra le due Nazionali, il sesto all’interno di una Rugby World Cup escludendo la partita annullata nella rassegna iridata giapponese a causa dei rischi meteorologici derivanti dal tifone Hagibis. 

Formazione titolare degli Azzurri che ricalca per quattordici quindicesimi quella schierata nella gara di esordio contro la Namibia il 9 settembre a Saint-Etienne, con il triangolo allargato formato da Allan, Capuozzo e Ioane e e la coppia di centri Brex e Morisi, mentre la regia è affidata a Paolo Garbisi – che torna ad indossare la maglia n.10 dopo l’impiego a primo centro contro l’Uruguay – e Varney come mediano di mischia. 

In terza linea insieme a capitan Michele Lamaro – che ha debuttato nel ruolo proprio contro la Nuova Zelanda due anni fa a Roma, nella prima gara di Kieran Crowley sulla panchina azzurra – presenti Lorenzo Cannone a numero otto e Negri. In seconda linea Ruzza e Lamb, mentre in prima linea scenderanno in campo dal primo minuto Riccioni – unico cambio rispetto alla formazione schierata contro la Namibia – Nicotera e Fischetti.

Pronti a subentrare dalla panchina: Faiva, Nemer, Ferrari, Niccolò Cannone, Zuliani, Halafihi, Page-Relo, Odogwu.

“Così come contro i precedenti avversari, il focus sarà sulla nostra prestazione. La precisione e la disciplina saranno fattori fondamentali. Affronteremo questa partita con coraggio proseguendo nel consolidamento della nostra identità” ha dichiarato Kieran Crowley.

Arbitrerà il match l’inglese Matthew Carley.

Questa la formazione che scenderà in campo:

15 Tommaso ALLAN (Perpignan, 77 caps)
14 Ange CAPUOZZO (Stade Toulousain, 14 caps)
13 Juan Ignacio BREX (Benetton Rugby, 28 caps)
12 Luca MORISI (Zebre Parma, 48 caps)
11 Montanna IOANE (Lione, 23 caps)
10 Paolo GARBISI (Montpellier, 29 caps)
9 Stephen VARNEY (Gloucester Rugby, 22 caps)
8 Lorenzo CANNONE (Benetton Rugby, 14 caps)
7 Michele LAMARO (Benetton Rugby, 31 caps) – capitano
6 Sebastian NEGRI (Benetton Rugby, 50 caps)
5 Federico RUZZA (Benetton Rugby, 47 caps)
4 Dino LAMB (Harlequins, 5 caps)
3 Marco RICCIONI (Saracens, 24 caps)
2 Giacomo NICOTERA (Benetton Rugby, 17 caps)
1 Danilo FISCHETTI (Zebre Parma, 35 caps)

a disposizione
16 Epalahame FAIVA (svincolato, 8 caps)
17 Ivan NEMER (Benetton Rugby, 15 caps)
18 Simone FERRARI (Benetton Rugby, 48 caps)
19 Niccolò CANNONE (Benetton Rugby, 34 caps)
20 Manuel ZULIANI (Benetton Rugby, 15 caps)
21 Toa HALAFIHI (Benetton Rugby, 11 caps)
22 Martin PAGE-RELO (Lione, 3 caps)
23 Paolo ODOGWU (Benetton Rugby, 5 caps)

 

 

 
ITALIA, RICCIONI: “CON GLI ALL BLACKS NON ANDIAMO IN CAMPO PER LIMITARE I DANNI. PDF Stampa E-mail
Nazionali Azzurre
Martedì 26 Settembre 2023 09:41

 

Riccioni bassa Bourgoin-Jallieu - Pronti all’impossibile, che poi così impossibile – forse – non è, perché l’Italia ha intenzione di scendere in campo con la voglia di giocarsela per davvero, senza timori reverenziali e con la consapevolezza che la pressione sarà tutta sugli All Blacks, in una sfida che vale già la qualificazione ai quarti della Rugby World Cup 2023. Gli Azzurri hanno due “match point”, il 29 settembre contro la squadra di Foster e il 6 ottobre con la Francia, mentre la Nuova Zelanda deve assolutamente vincere, altrimenti sarà matematicamente eliminata. Secondo Marco Riccioni, pilone destro della Nazionale azzurra, la partita con l’Uruguay ha dimostrato ulteriormente quanto questa Italia sia cresciuta. Adesso c’è da tentare l’impresa.

Marco, come stai fisicamente?

“Molto bene. Ho pienamente recuperato dall’infortunio e le due partite con Namibia e Uruguay sono servite tanto per ritrovare la giusta condizione. L’ostacolo più grosso è stato proprio il match con la Namibia, perché dovevo ritrovare il campo a livello internazionale, poi però è andato tutto bene”

L’Italia è alla ricerca dell’impresa contro gli All Blacks. Come si prepara una partita di questo tipo?

“Siamo a un Mondiale, ci sono tante cose in ballo. Entrambi ci giochiamo la qualificazione, ma loro hanno la pressione di dover vincere a tutti i costi per non essere eliminati. Saranno più sotto pressione, ma noi dovremo metterci tutto: dobbiamo essere attenti, accesi e pronti ad una grande battaglia fisica”.

L’assenza di De Groot in mischia cambierà qualcosa?

“La preparazione non cambia molto. Sicuramente approcci la partita in modo diverso perché magari un De Groot lavora diversamente in mischia rispetto a un Tu'ungafasi. Alla fine non sappiamo effettivamente chi giocherà, si può immaginare e prepararsi per quello, ma non possiamo certo conoscere le loro scelte in anticipo. Per questo, l’obiettivo principale deve rimanere sempre su noi stessi, focalizzandoci sul nostro lavoro, su quanto siamo cresciuti in queste ultime partite e portarlo avanti”.

Quanto ti senti migliorato dopo quest’anno in Inghilterra?

“Giocare a quel livello mi ha aiutato tanto, anche a livello di mentalità: si impara a vincere e a saper vincere, a controllare i momenti di difficoltà. Poi comunque gioco con ragazzi che vengono da tutte le nazionali più forti, dal gallese Tompkins a tutti quelli dell’Inghilterra come Farrell. Tutto questo bagaglio poi si cerca di portarlo anche quando si va in Nazionale. Ma non è solo una questione mia, credo che tutta la squadra sia migliorata sotto questo aspetto. All’intervallo contro l’Uruguay ero tranquillo. Sapevo che ne avevamo di più e dovevamo tirarlo fuori. Ci siamo detti ‘adesso andiamo fuori e vinciamo la partita’, e lo abbiamo fatto”.

Prima l’Italia soffriva di più un certo tipo di situazioni, è stato un cambiamento importante?

“Sicuramente. Bisogna avere la forza di credere che le partite non finiscono nel primo tempo: siamo andati sotto 17-7, dopo una prima frazione difficile, e non era facile da riprendere. Abbiamo fatto 10 minuti in 13 uomini concedendo solo 7 punti, e credo che sia stato quello il fattore decisivo. Parlandone con Seb Negri, mi ha detto: ‘Questa partita l’abbiamo vinta difendendo in quel modo furioso in quei 10 minuti, concedendo solo una meta’. Sono quelle cose che ti danno energia e fiducia, e questa partita ha dimostrato quanto questo gruppo sia cresciuto”.

Da Aaron Smith e Scott McLeod, in tanti anche nell’ambiente neozelandese hanno speso parole importanti per questa Italia, e in generale anche all’estero si è creata una visione diversa di questa squadra. Percepite una maggiore fiducia?

“Direi finalmente (ride, ndr). Anche quando abbiamo battuto grandi squadre, come l’Australia l’anno scorso o il Sudafrica nel 2016, passava sempre l’idea che gli altri non fossero al top mentre noi eravamo al massimo. È bello avere un riconoscimento. Poi per gli All Blacks è una partita importantissima perché se perdono vengono eliminati, quindi avranno una responsabilità maggiore. Noi però non andiamo in campo per arginarli e limitare i danni, ma per affrontarli a viso aperto e giocarcela”

Sarà importante però risolvere alcuni problemi che si sono visti ultimamente, come il punto d’incontro e gli approcci nel primo tempo?

“Sicuramente degli errori li fanno tutti. È impossibile fare la partita perfetta. Noi abbiamo visto quali sono stati i problemi nel punto d’incontro e ovviamente abbiamo lavorato per risolverli, ma credo che concentrarsi troppo su cosa non è andato nelle scorse partite non sia la cosa giusta da fare: chiaramente ci lavoriamo, così come tutte le altre squadre, ma dobbiamo concentrarci su quello che abbiamo fatto bene e sappiamo fare bene. È un modo per prendere ancora più confidenza col nostro gioco, senza stare a flagellarci su cosa non ha funzionato”.

 

 


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