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I FRATELLI DEL RUGBY ITALIANO: UNA STORIA DI FAMIGLIA

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FRATELLICANNONEVerona – Quando il rugby è una questione di famiglia, e non solo metaforicamente. Sono tanti i fratelli che hanno vestito la maglia azzurra, in alcuni casi anche contemporaneamente. Una lunga storia che arriva fino ad oggi, fino a Niccolò e Lorenzo Cannone da Firenze, che proprio nella loro città Natale si sono tolti una delle soddisfazioni più belle battendo l’Australia per la prima volta nella storia del rugby italiano. Insieme a loro ci sono i fratelli Garbisi, visti insieme soltanto una volta nel match vinto dall’Italia contro la Romania, ma che sicuramente avranno tantissime occasioni di farsi vedere insieme in campo, con la maglia azzurra.

Per arrivare ad oggi, però, la strada è molto lunga e parte da lontano. Pensiamo al mai dimenticato Ivan Francescato, un pezzo di storia del rugby prematuramente scomparso nel 1999 e che proveniva da una famiglia di rugbisti, tre dei quali internazionali: Lello, Bruno e Rino, che avevano giocato insieme in Nazionale tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Ivan, invece, fu azzurro dal 1990 al 1997. In quell’Italia, che negli anni ’90 conquisto a suon di risultati il diritto di entrare nell’allora Cinque Nazioni, giocavano anche i fratelli Cuttitta: a Massimo, scomparso nel 2021, ricordato e stimatissimo anche oltremanica, è dedicato anche il trofeo assegnato alla vincitrice del match tra Italia e Scozia. Lui – pilone – e Marcello – ala – erano entrambi in campo in quello storico pomeriggio di Grenoble, quando l’Italia conquisto la Coppa FIRA battendo la Francia 40-32.

L’ingresso nel torneo di rugby più antico del mondo, diventato per l’occasione Sei Nazioni, fu il palcoscenico perfetto per tanti altri fratelli azzurri, come Dennis e Manuel Dallan, ala e centro della Nazionale Italiana all’inizio degli anni 2000. Il mondo del rugby ha potuto poi vedere Dennis anche in un’altra veste, quella inedita di cantante: l’ex trequarti azzurro ha infatti eseguito l’inno nazionale a San Siro prima di Italia-All Blacks del 2009 e a Treviso prima della finale di Rainbow Cup 2021 tra Benetton e Bulls. Come non dimenticare anche i fratelli Pratichetti: Andrea e Matteo, anche loro provenienti da una famiglia dal cuore ovale. Lo zio Carlo fu campione d’Italia con la Rugby Roma nel 2000, mentre il prozio Silvano Tartaglini giocò 8 volte con l’Italia fra il 1948 e il 1953.

E poi ci sono due storiche vittorie, che portano entrambe la firma di uno dei fratelli Bergamasco: nel 2007 Mauro raccolse un calcio di Pez per schiacciare in meta e conquistare la prima vittoria contro il Galles nel Sei Nazioni; nel 2011, invece, furono i piazzati di Mirco a demolire la Francia al Flaminio. Insieme hanno scritto un pezzo di storia del rugby italiano, Mauro gioco 106 volte con la maglia azzurra, Mirco 89. Il padre, Arturo Bergamasco, ottenne 4 caps azzurri tra il 1973 e il 1978. Anche i fratelli Sarto, Leonardo e Jacopo, ebbero l’occasione di giocare una volta insieme, in occasione della sfortunata trasferta gallese del 2016, che vide l’esordio dalla panchina dell’ex capitano del Colorno, nella sua unica presenza in azzurro.

Arrivando ai giorni nostri, non si può non sottolineare l’importanza di Federico e Valentina Ruzza nella storia recente delle Nazionali maschili e femminili. Entrambe seconde linee, Federico è uno dei punti fermi della nazionale di Kieran Crowley, mentre Valentina lo è stata per 7 anni della squadra femminile, dal 2012 al 2019.

Si torna quindi al presente, a Niccolò che abbraccia Lorenzo Cannone dopo la meta all’esordio contro le Samoa, ai fratelli Garbisi compagni di stanza nel tour estivo nell’attesa di poter giocare finalmente insieme, e a una Nazionale che vive anche di queste bellissime storie, nella speranza di poterne raccontare altre di ancora più belle.